La reazione da combattente di Leonardo Fioravanti non si è fatta attendere. Nemmeno il tempo di digerire l’eliminazione dal Championship Tour, da Margaret River di corsa in volo verso il lato opposto dell’Australia: Snapper e poi Manly, quinto e terzo posto. In questi giorni Leo è in Sud Africa e guarda tutti dall’alto nella classifica delle Challenger Series, il circuito di qualificazione per tornare nei top34. Fiducia in ripresa: “Sono fiero di me, non era facile reagire in quel modo. Adesso devo ritrovare quel qualcosa che avevo in gara quando ero più giovane”. Con l’ausilio delle domande arrivate dal pubblico tramite Instagram, una nuova puntata di LEOnde del Tour.

La reazione da combattente di Leonardo Fioravanti non si è fatta attendere. Nemmeno il tempo di digerire l’eliminazione dal Championship Tour, da Margaret River di corsa in volo verso il lato opposto dell’Australia: Snapper e poi Manly, quinto e terzo posto. In questi giorni Leo è in Sud Africa e guarda tutti dall’alto nella classifica delle Challenger Series, il circuito di qualificazione per tornare nei top34. Fiducia in ripresa: “Sono fiero di me, non era facile reagire in quel modo. Adesso devo ritrovare quel qualcosa che avevo in gara quando ero più giovane”. Con l’ausilio delle domande arrivate dal pubblico tramite Instagram, una nuova puntata di LEOnde del Tour.

LEOnde del Tour - Snapper & Manly 2022

Per presentare Emiliano a chi non lo conosce vi dico che parliamo di Kepa Acero prima di Kepa Acero, un esploratore che ha surfato in oltre 60 paesi nel mondo: “Da quel punto in poi ho smesso di contare”. Negli anni ’90 è partito dal Mar Mediterraneo, “dove in acqua senti un’energia diversa e unica, ogni baia ha una storia millenaria”, per arrivare a missioni estreme in nazioni come Sierra Leone oppure Haiti. Un podcast ricco di aneddoti pazzeschi. 15 anni fa Emiliano Cataldi si è stabilito in Australia, a Byron Bay. Partendo da garzone di bottega si è fatto strada fino a diventare il proprietario di un’attività che organizza esperienze in mongolfiera: “L’Australia è la terra delle opportunità. Qui non si ammazzano di lavoro. Con l’etica di un italiano puoi arrivare davvero lontano”.

Per presentare Emiliano a chi non lo conosce vi dico che parliamo di Kepa Acero prima di Kepa Acero, un esploratore che ha surfato in oltre 60 paesi nel mondo: “Da quel punto in poi ho smesso di contare”. Negli anni ’90 è partito dal Mar Mediterraneo, “dove in acqua senti un’energia diversa e unica, ogni baia ha una storia millenaria”, per arrivare a missioni estreme in nazioni come Sierra Leone oppure Haiti. Un podcast ricco di aneddoti pazzeschi. 15 anni fa Emiliano Cataldi si è stabilito in Australia, a Byron Bay. Partendo da garzone di bottega si è fatto strada fino a diventare il proprietario di un’attività che organizza esperienze in mongolfiera: “L’Australia è la terra delle opportunità. Qui non si ammazzano di lavoro. Con l’etica di un italiano puoi arrivare davvero lontano”.

Episodio #16 - Emiliano Cataldi

È fuori la seconda parte di questa edizione speciale di Young Guns in collegamento con El Salvador, dall’altro capo del mondo il microfono passa in mano alle rappresentanti della nazionale giovanile femminile: Francesca Valletti, Victoria Backhaus e Mya Sniadach. Ragazze consapevoli e decise, con una bellissima testa. Una piacevole scoperta conoscere la voce e gli obiettivi di Francesca e Victoria, nate e cresciute in Italia inseguendo i propri sogni nel surf. Poi c’è Mya, americana della Florida. Ha ottenuto il passaporto grazie ai suoi bisnonni e nonostante l’evidente timidezza, una volta scesa in acqua ha il potenziale per essere la rivelazione tecnica del team rosa.

È fuori la seconda parte di questa edizione speciale di Young Guns in collegamento con El Salvador, dall’altro capo del mondo il microfono passa in mano alle rappresentanti della nazionale giovanile femminile: Francesca Valletti, Victoria Backhaus e Mya Sniadach. Ragazze consapevoli e decise, con una bellissima testa. Una piacevole scoperta conoscere la voce e gli obiettivi di Francesca e Victoria, nate e cresciute in Italia inseguendo i propri sogni nel surf. Poi c’è Mya, americana della Florida. Ha ottenuto il passaporto grazie ai suoi bisnonni e nonostante l’evidente timidezza, una volta scesa in acqua ha il potenziale per essere la rivelazione tecnica del team rosa.

Young Guns 5 - Con la Nazionale femminile

Edizione speciale di Young Guns in collegamento con El Salvador, dall'altro capo del mondo il microfono passa in mano ai ragazzi della nazionale giovanile maschile. Tutti, al completo: Francesco Lazzarini, Rufo Baita, Brando Giovannoni, Leonardo Apreda, Michele Scoppa ed Alberto Barzan.

Young Guns 4 - Con la Nazionale maschile

Il 12 Giugno del 2011 i Dallas Mavericks sconfiggono nelle Finals della NBA i favoritissimi Miami Heat guidati da LeBron James. LeBron aveva lasciato Cleveland, la squadra della sua città, per vincere il titolo con Miami. E invece perde al primo tentativo: “Sono rimasto due settimane chiuso in camera, non volevo vedere nessuno”. Leo Fioravanti mi ha detto una frase simile dopo Bells: “Non voglio chiudermi in camera per qualche giorno per una sconfitta, non posso farci molto se il mio avversario spacca”. Allenare la testa conta almeno quanto allenare il fisico, per questo Leo ha anche confessato di lavorare con un mental coach da ormai qualche mese.

Il 12 Giugno del 2011 i Dallas Mavericks sconfiggono nelle Finals della NBA i favoritissimi Miami Heat guidati da LeBron James. LeBron aveva lasciato Cleveland, la squadra della sua città, per vincere il titolo con Miami. E invece perde al primo tentativo: “Sono rimasto due settimane chiuso in camera, non volevo vedere nessuno”. Leo Fioravanti mi ha detto una frase simile dopo Bells: “Non voglio chiudermi in camera per qualche giorno per una sconfitta, non posso farci molto se il mio avversario spacca”. Allenare la testa conta almeno quanto allenare il fisico, per questo Leo ha anche confessato di lavorare con un mental coach da ormai qualche mese.

LEOnde del Tour - Bells Beach 2022

Pio Marasco è la persona che disegna le pinne di Kai Lenny e proprietario di Maui Fin Company, azienda leader nella costruzione di pinne e derive. A 18 anni si è trasferito da Napoli a Maui, voleva surfare ed il lavoretto che trovò al tempo in MFC gli permise di restare. Spazzava per terra, imbustava le pinne. Da lì piano piano ha imparato il mestiere fino a prendere il comando. Oltre che di Kai e del suo straordinario sogno americano (compiuto oltretutto nella surfing industry: che lusso), Pio ha svelato un paio di segreti sulle pinne che cambieranno il vostro modo di scegliere il set giusto.

Pio Marasco è la persona che disegna le pinne di Kai Lenny e proprietario di Maui Fin Company, azienda leader nella costruzione di pinne e derive. A 18 anni si è trasferito da Napoli a Maui, voleva surfare ed il lavoretto che trovò al tempo in MFC gli permise di restare. Spazzava per terra, imbustava le pinne. Da lì piano piano ha imparato il mestiere fino a prendere il comando. Oltre che di Kai e del suo straordinario sogno americano (compiuto oltretutto nella surfing industry: che lusso), Pio ha svelato un paio di segreti sulle pinne che cambieranno il vostro modo di scegliere il set giusto.

Surfbiz - Pio Marasco (MFC)

Inserirei Gemello nell’insieme dei multipotenziali. Suona un po’ come una cosa brutta, tipo l’inizio di una formula matematica, ma in realtà si definiscono multipotenziali le persone con mille interessi, curiose e creative, che eccellono in più settori. Gemello disegna e scrive canzoni, si divide tra l’arte e la musica: “È un po’ come se a volte surfassi con lo short ed altre volte tiro fuori il long, così non m’annoio mai”. Tra una pennellata di colore ed una rima in romanesco, l’ospite di oggi ci incastra una session: “Per me il surf è come fare auto-analisi, un vero lusso”. Anche se non lo ostenta, Gemello è uno di noi e surfa da quando era bambino. E come un bambino ancora oggi, racconta, “quando sono in acqua pijo le onde e me vie da ride, è stupendo”.

Inserirei Gemello nell’insieme dei multipotenziali. Suona un po’ come una cosa brutta, tipo l’inizio di una formula matematica, ma in realtà si definiscono multipotenziali le persone con mille interessi, curiose e creative, che eccellono in più settori. Gemello disegna e scrive canzoni, si divide tra l’arte e la musica: “È un po’ come se a volte surfassi con lo short ed altre volte tiro fuori il long, così non m’annoio mai”. Tra una pennellata di colore ed una rima in romanesco, l’ospite di oggi ci incastra una session: “Per me il surf è come fare auto-analisi, un vero lusso”. Anche se non lo ostenta, Gemello è uno di noi e surfa da quando era bambino. E come un bambino ancora oggi, racconta, “quando sono in acqua pijo le onde e me vie da ride, è stupendo”.

Drop in - Gemello

Di Ertha avevate già letto su tuttologicsurf.it, sono la startup che offriva un posto per costruire eco-surfboards in Galizia a 1300€ al mese. Questi pazzi visionari hanno l’obiettivo di rivoltare il sistema della produzione di tavole come un calzino, basandosi su due punti:- Basta materiali a base di petrolio. Sì a materiali riciclati, rinnovabili ed organici con le stesse performance. - Basta errori della shape machine. Sì a processi di costruzione automatizzati ed agli algoritmi di perfezionamento delle forme. L’avete capito, i ragazzi fanno sul serio. Non capita tutti i giorni di incontrare una vera startup innovativa nel surf, un settore tradizionalista e conservatore per definizione. La Spagna ha creduto nel progetto destinandogli fondi europei per lo sviluppo sostenibile, da poco è arrivato anche il sostegno di finanziatori privati per Ertha che punta ad aprire una sede alle Hawaii, dove potrà contare sull’appoggio del socio Zak Noyle. “Ogni anno vengono prodotte 13 milioni di tavole, che se appoggiate per terra una affianco (e sopra) l'altra coprirebbero la Galizia per 10cm di altezza. È tantissima plastica immessa nel sistema solo per il nostro divertimento".

Di Ertha avevate già letto su <a href="http://tuttologicsurf.it" rel="nofollow" target="_blank">tuttologicsurf.it</a>, sono la startup che offriva un posto per costruire eco-surfboards in Galizia a 1300€ al mese. Questi pazzi visionari hanno l’obiettivo di rivoltare il sistema della produzione di tavole come un calzino, basandosi su due punti: - Basta materiali a base di petrolio. Sì a materiali riciclati, rinnovabili ed organici con le stesse performance. - Basta errori della shape machine. Sì a processi di costruzione automatizzati ed agli algoritmi di perfezionamento delle forme. L’avete capito, i ragazzi fanno sul serio. Non capita tutti i giorni di incontrare una vera startup innovativa nel surf, un settore tradizionalista e conservatore per definizione. La Spagna ha creduto nel progetto destinandogli fondi europei per lo sviluppo sostenibile, da poco è arrivato anche il sostegno di finanziatori privati per Ertha che punta ad aprire una sede alle Hawaii, dove potrà contare sull’appoggio del socio Zak Noyle. “Ogni anno vengono prodotte 13 milioni di tavole, che se appoggiate per terra una affianco (e sopra) l'altra coprirebbero la Galizia per 10cm di altezza. È tantissima plastica immessa nel sistema solo per il nostro divertimento".

Arti & Misteri - Ertha Surfboards

“I primi 20 minuti del round 3 sono rimasto là fuori posizionato male a prendere bombe in faccia come un deficiente. Sunset è una gara in cui devi prendere le onde. Se non le prendi, perdi. Non ho fatto le scelte giuste”. Non si risparmia critiche stavolta Leonardo Fioravanti, eliminato al terzo round del Sunset Pro. Ma non c'è tempo di rimuginare, l'opportunità di riscatto è dietro l'angolo. Il ritorno in Europa prevede sul menù del WSL la tappa di Supertubos, Portogallo. Noi ci saremo. E tu? Lasciati convincere da Leo: “Mi aspetto un grandissimo tifo, spero che sia pieno di italiani. Venite in spiaggia a fare il panico, ho bisogno della vostra carica!”. Amiche ed amici smart workers, fatevi sto regalo: biglietto Ryanair per Lisbona, 2 orette di macchina e ci siete. Che tanto poi la strada la conoscete.

“I primi 20 minuti del round 3 sono rimasto là fuori posizionato male a prendere bombe in faccia come un deficiente. Sunset è una gara in cui devi prendere le onde. Se non le prendi, perdi. Non ho fatto le scelte giuste”. Non si risparmia critiche stavolta Leonardo Fioravanti, eliminato al terzo round del Sunset Pro. Ma non c'è tempo di rimuginare, l'opportunità di riscatto è dietro l'angolo. Il ritorno in Europa prevede sul menù del WSL la tappa di Supertubos, Portogallo. Noi ci saremo. E tu? Lasciati convincere da Leo: “Mi aspetto un grandissimo tifo, spero che sia pieno di italiani. Venite in spiaggia a fare il panico, ho bisogno della vostra carica!”. Amiche ed amici smart workers, fatevi sto regalo: biglietto Ryanair per Lisbona, 2 orette di macchina e ci siete. Che tanto poi la strada la conoscete.

LEOnde del Tour - Sunset Pro 2022

Il 2022 di Leo Fioravanti sul Championship Tour inizia con un 9° posto a Pipe, un risultato che va interpretato in chiave positiva ma non mancano i rimpianti. Il surfista azzurro in lycra 46 è tornato alla carica dopo l'intervento alla caviglia e punta ad una stagione da top10.

LEOnde del Tour - Pipeline Pro 2022

Il primo podcast sul surf in Italia. Prodotto con le migliori materie prime del Mediterraneo, da surfisti per i surfisti. Storie, aneddoti ed interviste con le persone che hanno contribuito all’affermazione del movimento surfistico nazionale. Uno spazio che apre le porte sul roccioso e protettivo mondo del surf italiano, dove vigono regole non scritte e riti quasi tribali, che cercheremo di spiegare all'esterno. Senza prenderci troppo sul serio, sennò che noia. Scopri di più su tuttologicsurf.it, il surf media che meritiamo.

Brando Pacitto rimarrà a lungo l'ospite più surfista dei Drop in. Mi sento abbastanza sicuro nel dirlo visto il cognome che porta, la sua è una delle famiglie più hawaiane d'Italia. Brando è un surfista e anche un attore, a 25 anni ha fatto diverse approcciando con una filosofia interessante: "Quando recito lo faccio più per me che per gli altri. È come un surfista innamorato follemente del surf: non è tanto l'atto performativo, quanto lo stare in acqua. Non fa surf per farlo vedere a qualcuno". Direttamente da una vecchia e impolverata station wagon parcheggiata davanti all'Oceano Atlantico, in località Fuerteventura, una discussione molto freestyle facendo dentro e fuori tra arte, surf, cinema e social.

Brando Pacitto rimarrà a lungo l'ospite più surfista dei Drop in. Mi sento abbastanza sicuro nel dirlo visto il cognome che porta, la sua è una delle famiglie più hawaiane d'Italia. Brando è un surfista e anche un attore, a 25 anni ha fatto diverse approcciando con una filosofia interessante: "Quando recito lo faccio più per me che per gli altri. È come un surfista innamorato follemente del surf: non è tanto l'atto performativo, quanto lo stare in acqua. Non fa surf per farlo vedere a qualcuno". Direttamente da una vecchia e impolverata station wagon parcheggiata davanti all'Oceano Atlantico, in località Fuerteventura, una discussione molto freestyle facendo dentro e fuori tra arte, surf, cinema e social.

Drop in - Brando Pacitto

Dream Machine Surfboards è il più grande produttore di tavole da surf delle Isole Canarie. La piccola impresa è stata fondata 3 anni e mezzo fa da Leo Leiria, ex professionista brasiliano d’origine ma italiano d’adozione. Arrivato qui per promuovere i suoi sponsor del tempo, è rimasto 9 anni trovando il lavoro e l'amore. Arrivato il momento di lasciare ha scelto Fuerteventura. Praticamente l’Italia alle Canarie. Che ironia. Ahhh, Fuerte: non sei più quella di una volta. Qualche chiacchiera sull’invasione dei nomadi digitali e via subito a parlare di tavole, accompagnati dal mantra di Dream Machine: “se puoi andare veloce è performance”. Poi pinne, materiali e capacità surfistica dello shaper. Leo Leiria è nato a Porto Alegre ma cresciuto a Florianopolis, il fulcro della surfing industry verdeoro, la città dei Dora e dei Padaratz, famiglie che hanno scritto la storia del surf in Brasile. Non mancheranno aneddoti e testimonianze di prima mano sull’ascesa del surf brasiliano, dalle difficoltà di chi “dormiva sotto il palco giuria prima delle gare del mondiale” a “Italo che mi sembra un po’ troppo elettrico, sta perdendo la testa”.

Dream Machine Surfboards è il più grande produttore di tavole da surf delle Isole Canarie. La piccola impresa è stata fondata 3 anni e mezzo fa da Leo Leiria, ex professionista brasiliano d’origine ma italiano d’adozione. Arrivato qui per promuovere i suoi sponsor del tempo, è rimasto 9 anni trovando il lavoro e l'amore. Arrivato il momento di lasciare ha scelto Fuerteventura. Praticamente l’Italia alle Canarie. Che ironia. Ahhh, Fuerte: non sei più quella di una volta. Qualche chiacchiera sull’invasione dei nomadi digitali e via subito a parlare di tavole, accompagnati dal mantra di Dream Machine: “se puoi andare veloce è performance”. Poi pinne, materiali e capacità surfistica dello shaper. Leo Leiria è nato a Porto Alegre ma cresciuto a Florianopolis, il fulcro della surfing industry verdeoro, la città dei Dora e dei Padaratz, famiglie che hanno scritto la storia del surf in Brasile. Non mancheranno aneddoti e testimonianze di prima mano sull’ascesa del surf brasiliano, dalle difficoltà di chi “dormiva sotto il palco giuria prima delle gare del mondiale” a “Italo che mi sembra un po’ troppo elettrico, sta perdendo la testa”.

Arti & Misteri - Dream Machine Surfboards

Gianmarco Pollacchi è uno dei migliori aerialist d'Italia. Una vita alla ricerca mai ossessiva ma ragionata dello stile da rappresentare per strada come in acqua, tra un outfit ardito ed una manovra aerea chiusa apparentemente senza sforzo. Di Gianmarco Pollacchi è interessante questa dicotomia tra l'essere umile ed introverso e l'apparire che chiama attenzioni e comunica mille significati. La passione per la moda e l'amicizia con Marcelo Burlon, il rapporto con lo shaper X e lo studio della tavola perfetta per imparare a fare gli aerial. Giammà, come tutti lo chiamano sui pontili della zona, è anche un punto di riferimento per la nuova generazione di surfisti versiliesi: Francesco Lazzarini, Filippo Marullo e Brando Giovannoni in particolare, un fratellino minore. Sul ruolo di mentore racconta: "Non mi pesa perché mi diverto a stare in acqua con loro, mi fanno già le piume (ride, ndr). Il surf in generale a me piace farlo in compagnia, senza condivisione ti diverti la metà".

Episodio #15 - Gianmarco Pollacchi

Con Riccardo Giordano, manager di Cobra International, andiamo in Thailandia alla scoperta della fabbrica di tavole da surf più grande al mondo. Se avete mai avuto una tavola in epoxy, nel 99% dei casi sarà stata costruita sotto la supervisione di Riccardo. Non solo grande distribuzione ma anche atleti del World Tour: "Qui producono tutti i top brand. Il mio lavoro consiste nel proporre nuove tecnologie agli shaper come Hayden Cox e Darren Handley, personaggi incredibili che ormai sono dei fratelli". A proposito di personaggi, anche il nostro ospite ha una storia tutta da raccontare: olimpionico di windsurf, 9 volte campione del mondo, un palermitano doc che ha trovato la sua America a Bangkok. Cobra impegna 2500 persone, si disloca in 14 capannoni industriali e sviluppa 4 linee di business: non solo watersports, con il windsurf che genera più fatturato del surf, ma anche accessori (leash, pad, sacche), automotive (pezzi in carbonio) e marine (materiali compositi per barche).

Con Riccardo Giordano, manager di Cobra International, andiamo in Thailandia alla scoperta della fabbrica di tavole da surf più grande al mondo. Se avete mai avuto una tavola in epoxy, nel 99% dei casi sarà stata costruita sotto la supervisione di Riccardo. Non solo grande distribuzione ma anche atleti del World Tour: "Qui producono tutti i top brand. Il mio lavoro consiste nel proporre nuove tecnologie agli shaper come Hayden Cox e Darren Handley, personaggi incredibili che ormai sono dei fratelli". A proposito di personaggi, anche il nostro ospite ha una storia tutta da raccontare: olimpionico di windsurf, 9 volte campione del mondo, un palermitano doc che ha trovato la sua America a Bangkok. Cobra impegna 2500 persone, si disloca in 14 capannoni industriali e sviluppa 4 linee di business: non solo watersports, con il windsurf che genera più fatturato del surf, ma anche accessori (leash, pad, sacche), automotive (pezzi in carbonio) e marine (materiali compositi per barche).

Surfbiz - Riccardo Giordano (Cobra)

Abbiamo strappato Alessia Tarquinio al calcio. Evviva, urrà, il surf ha vinto. Ed è davvero così: il surf ha vinto nella vita della Tarqui, tra le giornaliste sportive più influenti degli ultimi 20 anni. Cresciuta sulle corsie dei campi di Serie A, un ambientino che le lineup dei nostri spot a confronto sembrano il club del libro, con lo scoppio della pandemia Alessia ha deciso di lasciare il posto di lavoro (Sky) e la sua casa (Milano) per trasferirsi prima in Canada e poi in Repubblica Dominicana. Freddo o caldo, abeti o palme, inseguendo la passione per il surf: “Sì ma sono una pippa…anche se questa cosa mi disturba, perché ho sempre fatto 1000 sport e con atteggiamento competitivo. Il surf è la cosa più difficile ma bella che si possa fare”. I 38 minuti più scorrevoli e ritmati che il Tuttologic Surf Podcast abbia mai avuto, una giornalista e mezzo che chiacchierano di comunicazione, sport, cultura e viaggi. Con un finale ad effetto, inscenato dalla Tarqui per ricordare che “un’ora trascorsa a surfare è un’ora di vita concentrata in un qui e ora al di fuori di qualsiasi preoccupazione per il passato e per il futuro”.

Abbiamo strappato Alessia Tarquinio al calcio. Evviva, urrà, il surf ha vinto. Ed è davvero così: il surf ha vinto nella vita della Tarqui, tra le giornaliste sportive più influenti degli ultimi 20 anni. Cresciuta sulle corsie dei campi di Serie A, un ambientino che le lineup dei nostri spot a confronto sembrano il club del libro, con lo scoppio della pandemia Alessia ha deciso di lasciare il posto di lavoro (Sky) e la sua casa (Milano) per trasferirsi prima in Canada e poi in Repubblica Dominicana. Freddo o caldo, abeti o palme, inseguendo la passione per il surf: “Sì ma sono una pippa…anche se questa cosa mi disturba, perché ho sempre fatto 1000 sport e con atteggiamento competitivo. Il surf è la cosa più difficile ma bella che si possa fare”. I 38 minuti più scorrevoli e ritmati che il Tuttologic Surf Podcast abbia mai avuto, una giornalista e mezzo che chiacchierano di comunicazione, sport, cultura e viaggi. Con un finale ad effetto, inscenato dalla Tarqui per ricordare che “un’ora trascorsa a surfare è un’ora di vita concentrata in un qui e ora al di fuori di qualsiasi preoccupazione per il passato e per il futuro”.

Drop in - Alessia Tarquinio

A tu per tu con i previsori che colorando le mappette meteo-marine influenzano gli umori di migliaia di surfisti italiani. Siamo andati in missione per conto di chi per riflesso incondizionato dà un'occhiata al sito del Consorzio Lamma la sera prima di dormire e la mattina appena sveglio, sperando in una nuova perturbazione. Con Andrea Orlandi e Francesco Pasi abbiamo dato un volto e delle risposte ai segreti del portale di previsioni meteo-marine più consultato dai surfisti italiani.

Surfbiz - Le previsioni Lamma

Valentina Vitale è una delle pioniere del surf italiano al femminile. Tra le prime a lanciarsi in una carriera agonistica (è 5 volte campionessa italiana), tavoletta sottobraccio e nessun timore di affrontare lineup in cui “eravamo sempre poche, forse 20 in tutta Italia, ma ci conoscevamo e ci davamo forza”. Ci racconta che fino a 15 anni fa vivere di surf qui era possibile, le grandi aziende di settore non avevano problemi a spendere belle cifre per supportare gli atleti. Un’esperienza breve ma ricca di significato da manager Roxy a livello europeo, Valentina è dal 2006 il volto di una delle scuole surf più longeve e di successo del Lazio. In un continuo ping-pong tra passato e presente, perché non sempre “era meglio ai tempi miei”, si prepara la svolta che tutti speriamo possa presto vivere il surf agonistico in rosa.

Episodio #14 - Valentina Vitale

Uno sciatore? Ma è sempre Tuttologic Surf? Domanda legittima ma sì, siamo sempre noi. Anzi potevate aspettarvelo proprio perché siete su Tuttologic Surf. Drop in è un esperimento a cui teniamo molto e che attraverso il surf ci trasporterà nella vita di attori, sportivi, imprenditori, designer e musicisti di successo. Ci siamo imposti due soli requisiti: la passione per il surf, declinata in mille modi diversi e che comunque ci avvicina, e l’avere una storia da raccontare. Con Matteo, olimpionico che da quasi 20 anni frequenta la Coppa del Mondo di sci, abbiamo parlato di analogie e differenze tra surf e sci a livello di importanza dell'attrezzatura, organizzazione, vita professionistica, maturità culturale, insegnamento. Alla conversazione si è unito verso la fine anche un ospite a sorpresa. Indizio: le sue iniziali sono L e F, ma non è Leonardo Franceschini.

Uno sciatore? Ma è sempre Tuttologic Surf? Domanda legittima ma sì, siamo sempre noi. Anzi potevate aspettarvelo proprio perché siete su Tuttologic Surf. Drop in è un esperimento a cui teniamo molto e che attraverso il surf ci trasporterà nella vita di attori, sportivi, imprenditori, designer e musicisti di successo. Ci siamo imposti due soli requisiti: la passione per il surf, declinata in mille modi diversi e che comunque ci avvicina, e l’avere una storia da raccontare. Con Matteo, olimpionico che da quasi 20 anni frequenta la Coppa del Mondo di sci, abbiamo parlato di analogie e differenze tra surf e sci a livello di importanza dell'attrezzatura, organizzazione, vita professionistica, maturità culturale, insegnamento. Alla conversazione si è unito verso la fine anche un ospite a sorpresa. Indizio: le sue iniziali sono L e F, ma non è Leonardo Franceschini.

Drop in - Matteo Marsaglia

Giovanni Piro è la versione surf delle persone che al TG chiamano “cervelli in fuga”. A 29 anni è Surf Operation Coordinator di Alaia Bay. Dalla Sardegna a Bristol, nella sua prima esperienza in una wave pool Giovanni si è fatto trovare pronto e forte di una formazione tra ingegneria, sport management e turismo. Come ogni buon manager riesce ad astrarsi dal coinvolgimento emotivo della passione, per cui ci spiega lucidamente che il surf è l’ottimo pretesto per la posa della prima pietra di questa macchina da soldi, ma dietro ad un progetto come Alaia Bay si nasconde ben altro. Dopo un tour virtuale della "sala di comando", attratti da schermi che generano onde al tocco e pulsanti rossi da premere solo in caso di emergenza, rimane spazio anche per qualche sketch autoironico sugli italiani all'estero, una favola in continuo aggiornamento.

Giovanni Piro è la versione surf delle persone che al TG chiamano “cervelli in fuga”. A 29 anni è Surf Operation Coordinator di Alaia Bay. Dalla Sardegna a Bristol, nella sua prima esperienza in una wave pool Giovanni si è fatto trovare pronto e forte di una formazione tra ingegneria, sport management e turismo. Come ogni buon manager riesce ad astrarsi dal coinvolgimento emotivo della passione, per cui ci spiega lucidamente che il surf è l’ottimo pretesto per la posa della prima pietra di questa macchina da soldi, ma dietro ad un progetto come Alaia Bay si nasconde ben altro. Dopo un tour virtuale della "sala di comando", attratti da schermi che generano onde al tocco e pulsanti rossi da premere solo in caso di emergenza, rimane spazio anche per qualche sketch autoironico sugli italiani all'estero, una favola in continuo aggiornamento.

Surfbiz - Giovanni Piro (Alaia Bay Surf Operation Coordinator)

Le corporazioni delle arti e mestieri erano delle associazioni nate nel Medioevo per regolamentare e tutelare le attività degli appartenenti ad una stessa categoria professionale. Arti &amp; Misteri ha l'intento di mettere in mostra l'arte ed il mestiere degli shaper italiani, tutelando contemporaneamente come noi sta dall'altra parte e si interroga sui misteri della scienza inesatta delle tavole da surf. Dalle macchina da corsa alle tavole da surf, Marcello Zani è un uomo di azione e velocità. Più meccanico che ingegnere, in Sequoia è riuscito a portare il buono di entrambi gli approcci. Il saper fare artigiano continuamente messo alla prova da innovazioni dirompenti, con l'intenzione di raccogliere le sfide di un mondo, lo shaping, in continua evoluzione. Da Cesena all’Australia: Aloha, che a Byron Bay fa tavole dal 1978, ha scelto Sequoia come partner per aprire una nuova era. Nemo profeta in patria. Marcello ci pensa e un po’ lo sa, ma continua a lavorare perché la sua rivoluzione culturale attecchisca anche in Italia. Materiali performanti e forme sperimentali. Strane? Forse sì. Una stranezza su cui però casca l’occhio, come le linee sexy di una supercar. E funziona: lo dicono i modelli idrodinamici di cui Sequoia fa abbondantemente uso. È la scienza, bellezza!

Le corporazioni delle arti e mestieri erano delle associazioni nate nel Medioevo per regolamentare e tutelare le attività degli appartenenti ad una stessa categoria professionale. Arti &amp; Misteri ha l'intento di mettere in mostra l'arte ed il mestiere degli shaper italiani, tutelando contemporaneamente come noi sta dall'altra parte e si interroga sui misteri della scienza inesatta delle tavole da surf. Dalle macchina da corsa alle tavole da surf, Marcello Zani è un uomo di azione e velocità. Più meccanico che ingegnere, in Sequoia è riuscito a portare il buono di entrambi gli approcci. Il saper fare artigiano continuamente messo alla prova da innovazioni dirompenti, con l'intenzione di raccogliere le sfide di un mondo, lo shaping, in continua evoluzione. Da Cesena all’Australia: Aloha, che a Byron Bay fa tavole dal 1978, ha scelto Sequoia come partner per aprire una nuova era. Nemo profeta in patria. Marcello ci pensa e un po’ lo sa, ma continua a lavorare perché la sua rivoluzione culturale attecchisca anche in Italia. Materiali performanti e forme sperimentali. Strane? Forse sì. Una stranezza su cui però casca l’occhio, come le linee sexy di una supercar. E funziona: lo dicono i modelli idrodinamici di cui Sequoia fa abbondantemente uso. È la scienza, bellezza!

Arti & Misteri - Sequoia Surfboards

Il primo podcast sul surf in Italia. Prodotto con le migliori materie prime del Mediterraneo, da surfisti per i surfisti. Storie, aneddoti ed interviste con le persone che hanno contribuito all’affermazione del movimento surfistico nazionale. Uno spazio che apre le porte sul roccioso e protettivo mondo del surf italiano, dove vigono regole non scritte e riti quasi tribali, che cercheremo di spiegare all'esterno. Senza prenderci troppo sul serio, sennò che noia. Scopri di più su <a href="http://tuttologicsurf.it" rel="nofollow" target="_blank">tuttologicsurf.it</a>, il surf media che meritiamo.

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